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Scivolare invisibile attraverso il mondo


Greta Burtini – Giulia Bersani – Era enesi Vento
Curata da \ Curated by Francesco Lo Jacono
Inaugurazione Venerdì 25 Ottobre Ore 18.30
Opening Friday 25th October at 18.30
Esposizione dal 26 Ottobre al 16 Ottobre all’11 Dicembre 2024
Exhibition from October 25th to October 11th 2024

La mostra “Scivolare invisibile attraverso il mondo”, curata da Francesco Lo Jacono, mette in evidenza il lavoro di tre fotografe: Giulia Bersani, Greta Burtini e Era Enesi Vento, accomunate da una visione diaristica, intima e biografica, che coglie immediatamente il vulnerabile pathos dei sentimenti e l’immediatezza degli stati d’animo. Il loro approccio non si limita a immortalare i soggetti, ma le coinvolge direttamente nell’immagine, interpretandola con una visione profondamente sentimentale.

I loro lavori trovano una comune ascendenza stilistica nell’opera di Nan Goldin e, attraverso la lente di queste tre artiste, costituiscono un’esplorazione della sua continua rilevanza. Ogni fotografa, pur seguendo la propria traiettoria creativa, riprende e rinnova l’eredità di Goldin, mettendo in evidenza come il suo linguaggio visivo possa ancora offrire chiavi di lettura per comprendere le trasformazioni della società contemporanea. Questa eredità si riflette nelle tre artiste, che esplorano aspetti personali e profondi della loro esistenza.

Bersani, con i suoi autoscatti di nudo, aggiorna la riflessione sull’autoritratto e sulla corporeità. Reiterando questa pratica nel tempo, l’artista compone come un diario visivo del proprio corpo.

Burtini, invece, rivolge lo sguardo alla casa e alla terra natia, concentrandosi su ambienti domestici che rappresentano rifugi di memoria e identità. Nei suoi scatti, lo spazio abitativo diventa un luogo di connessione profonda con le proprie radici, in cui il passato e il presente si intrecciano, creando un senso di continuità e appartenenza.

Le fotografie di Enesi, infine, catturano piccole comunità caotiche di amici che si formano attorno a legami affettivi condivisi. Raccontando queste dinamiche il concetto tradizionale di famiglia viene ridefinito, includendo legami che vanno oltre il sangue per abbracciare relazioni scelte e costruite, in cui l’intimità e il sostegno reciproco sono fondamentali.

La pluralità dei soggetti esplorati dalle fotografe è attraversata da una forte componente personale, dove l’emotività dell’artista stessa diventa centrale. Le immagini sono catturate spesso senza premeditazione, favorendo l’immediatezza informale dell’istantanea per mantenere la viscerale concretezza del vivere.

La mostra si configura come un mosaico di frammenti di vite che, attraverso un linguaggio visivo diretto e talvolta crudo, porta lo spettatore a una riflessione profonda sulle relazioni sociali e psicologiche che attraversano strutture visibili e consolidate come la famiglia tradizionale, strutture di fantasia prodotte da spazi di solidarietà comuni, o l’intimità del proprio corpo.

Sebbene non presenti un esplicito contenuto politico, la poetica di queste artiste si colloca in rapporto antitetico alla cultura edonista e al mito dell’autorealizzazione così diffuso nell’Occidente contemporaneo, di cui offre una critica silenziosa. Attraverso la loro rappresentazione sincera e talvolta dolorosa dell’esperienza umana, Bersani, Burtini ed Enesi mettono in luce un’umanità fragile, idealista e priva di confini netti. La loro fotografia invita a un ritorno all’essenziale, a una visione dell’essere umano come soggetto che vive, ama e soffre in un mondo spesso indifferente, che, in tutta la sua vulnerabilità e bellezza, scivola invisibile attraverso il mondo, trovando conforto nei legami emotivi e nella condivisione dell’esperienza umana.

The exhibition “Scivolare invisibile attraverso il mondo” curated by Francesco Lo Jacono, highlights the work of three photographers: Giulia Bersani, Greta Burtini, and Era Enesi Vento. They share a diaristic, intimate, and biographical vision, immediately capturing the vulnerable pathos of emotions and the immediacy of moods. Their approach does not simply involve capturing their subjects, but rather actively engages them in the image, interpreting it with a deeply emotional vision.

Their works find a common stylistic lineage in the work of Nan Goldin, and through the lens of these three artists, they form an exploration of Goldin’s enduring relevance. Each photographer, while following her own creative path, reinterprets and renews Goldin’s legacy, highlighting how her visual language continues to offer insights into understanding contemporary societal transformations. This legacy is reflected in the three artists, who explore personal and profound aspects of their existence.


Bersani, with her nude self-portraits, revisits the concepts of self-portraiture and corporeality. By repeating this practice over time, she creates a visual diary of her body.

Burtini, on the other hand, turns her gaze to her home and homeland, focusing on domestic environments that serve as sanctuaries of memory and identity. In her images, the living space becomes a place of deep connection with her roots, where the past and present intertwine, creating a sense of continuity and belonging.

Enesi’s photographs, finally, capture chaotic small communities of friends formed around shared emotional bonds. By portraying these dynamics, the traditional concept of family is redefined, extending beyond blood ties to embrace relationships that are chosen and built, where intimacy and mutual support are fundamental.


The plurality of subjects explored by the photographers is permeated by a strong personal component, where the artist’s own emotions take center stage. The images are often captured spontaneously, favoring the informal immediacy of the snapshot to preserve the visceral concreteness of life.

The exhibition unfolds as a mosaic of life fragments that, through a direct and sometimes raw visual language, leads the viewer to reflect deeply on the social and psychological relationships that cross visible and established structures, such as the traditional family, or imaginative structures born from shared spaces of solidarity, or the intimacy of one’s own body.

Although the exhibition does not present explicit political content, the poetics of these artists stand in opposition to the hedonistic culture and the myth of self-fulfillment so prevalent in contemporary Western society, offering a silent critique of it. Through their sincere and at times painful portrayal of human experience, Bersani, Burtini, and Enesi highlight a fragile, idealistic humanity with no clear boundaries. Their photography invites a return to the essentials, to a vision of the human being as a subject who lives, loves, and suffers in an often indifferent world. In all its vulnerability and beauty, this humanity glides invisibly through the world, finding solace in emotional connections and the shared human experience.

Artworks


Giulia Bersani


Giulia Bersani


Era Enesi Vento


Greta Burtini

Installation View


Giulia Bersani


Era Enesi Vento


Greta Burtini

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